Lo sapevate che il famoso distillato inglese affonda le sue radici in Italia?
Ne abbiamo parlato con Federico S. Bellanca, tra i maggiori divulgatori italiani in tema di distillati (ne scrive per Forbes e Gambero Rosso).
Qual è la storia del Gin come oggi lo conosciamo?
L’antenato del Gin che conosciamo oggi fu inventato nel 1658, in una farmacia di Leida (Olanda), a scopo curativo. Si diffuse poi grazie alla Compagnia delle Indie, che dal XVI secolo iniziò ad esportarlo nelle colonie. L’altro step fondamentale nella storia del Gin ci porta invece in Inghilterra, a fine ‘600.
Qui ebbe subito un grande successo, ma l’impulso decisivo al suo sviluppo arrivò a fine secolo, quando Guglielmo III d’Orange vietò l’importazione di spirits stranieri, incentivando di conseguenza la produzione interna.
Come mai si pensa che il Gin in realtà sia nato in Italia?
Recenti ritrovamenti dimostrano che il primo Botanical Gin fu elaborato in Italia. La prova è contenuta su un testo alchemico del lontano 1555, scritto da Alessio Piemontese. Ma non solo. In Italia, già nell’XI secolo, i monaci distillavano insieme vino, bacche di ginepro e altre botaniche per realizzare una bevanda dalle proprietà toniche e terapeutiche.
Non deve quindi stupire il fatto che l’archetipo del Gin sia stato creato qui da noi, come dimostrato anche dal Compendium Salernitanum, opera medica del 1055 d.C.
Sembrerebbero capitoli di un’altra epoca storica, ma questa tradizione sopravvive ancora oggi. Per esempio, nella mia Toscana il monastero di Vallombrosa continua a produrre l’omonimo e secolare Gin con ricetta e tecnica figlie del passato.