L’Asparago Violetto di Albenga: il re aristocratico della terra ligure

L’Asparago Violetto di Albenga è un’opera d’arte della natura, un lusso che si fa riconoscere al primo sguardo. Il suo colore porpora intenso parla di un’eleganza antica, figlia di una terra che non ha mai avuto bisogno di gridare per farsi notare. Questo ortaggio unico al mondo porta con sé il lavoro delle mani che l’hanno selezionato per decenni, il profumo della salsedine mescolato alla dolcezza della terra ed un sapore che si rivela con delicatezza. È come se ogni sua fibra custodisse l’essenza stessa di Albenga.

La piana di Albenga è la sua culla. Qui, la sabbia leggera e il clima mediterraneo lo nutrono con precisione quasi matematica. E cresce forte, ma mai invadente. Negli anni ‘30 era il protagonista dei banchetti dei grandi ristoranti parigini, che lo chiamavano “l’asparago gentiluomo” per il suo sapore raffinato: una dolcezza che richiama il carciofo ed un retrogusto di mandorla. Nulla a che vedere con i suoi cugini verdi, più rustici e prevedibili. Il Violetto si distingue per la sua complessità e per un equilibrio che lo rende unico.

La sua storia è intrecciata alla tenacia dei contadini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, un agricoltore lo nascose sotto un vigneto per proteggerlo dai saccheggi, convinto che non fosse cibo da guerra, ma un simbolo di pace. Questo gesto racconta l’essenza del Violetto: non è un prodotto da consumo distratto, ma da rispettare. Richiede attenzione, tempo, cura.

In cucina, il Violetto non ha bisogno di effetti speciali. Grigliato, cotto a vapore o al naturale, si fa ricordare per la sua nobiltà innata. Persino in una semplice frittata diventa un omaggio alla tradizione, un modo per sentire l’abbraccio della Liguria. Ma sa anche adattarsi alle tavole più ricercate, dove diventa protagonista di piatti stellati, accompagnato da vini bianchi come il Pigato o il Vermentino. Ogni sua interpretazione è un tributo alla sua essenza.

Questo asparago non è solo un prodotto agricolo: è un simbolo. Porta con sé il profumo della terra che lo ha plasmato, il sudore di chi lo coltiva, la storia di una Liguria che difende con orgoglio la sua identità. È un tassello della memoria collettiva, un’eredità che resiste al tempo e alle mode. Ogni boccone racconta un territorio, ogni assaggio è un viaggio. Il Violetto non è solo un sapore: è una storia che continua a farsi amare. E, come ogni grande storia, non smette mai di stupire.

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